Rassegna Stampa
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PRIMONUMERO.IT (WEB)
Pesci morti nel canale del torrente Saccione, allarme sostanze tossiche in acqua
Pesci morti trovati in grande quantità in un canale di raccolta delle acque del consorzio di bonifica che sfocia nel torrente Saccione. La scoperta è stata fatta dal Nucleo di polizia ambientale. Gli agenti preposti alle verifiche ambientali sono intervenuti verificando la segnalazione di decine e decine di pesci morti sul fondale del canale, un fatto che apre al sospetto che nel torrente, di conseguenza nei canali di bonifica, siano state immesse o sversate sostanze dannose e velenose. Le indagini sono in corso ed è intervenuta l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Arpa Molise, che ha effettuato dei prelievi per accertare che tipo di sostanza sia finita in quelle acque.
GREENME.IT (WEB)
Il Mar Menor si sta trasformando in una brodaglia calda ricca di pesci morti, a causa dell’invasione
Non sempre l’inquinamento ed il danno all’ambiente vengono causati dall’immissione di inquinanti: anche sostanze normalmente utilizzate proprio per aumentare la produttività delle aree agricole (fertilizzanti organici e chimici), se rilasciate in un corpo idrico possono favorire la crescita algale al punto da portare al completo utilizzo dell’ossigeno disciolto, con la conseguente morte per asfissia delle forme di vita animali.
E’ quindi importante seguire accuratamente i protocolli stilati dalle case produttrici, dalle organizzazioni di categoria e dalle agenzie per la protezione dell’ambiente, e formare adeguatamente il personale che gestisce ed utilizza tali prodotti.
INSALUTENEWS.IT
Studio del Politecnico di Milano spiega come salvare il delta del Mekong dall’innalzamento dei mari
Il delta del Mekong, come molte altre zone costiere e di delta, è a rischio per numerosi fattori, fra i quali l’innalzamento dei mari determinato dal riscaldamento globale, ma anche il pompaggio delle acque sotterranee (con conseguente subsidenza dei terreni soprastanti), l’estrazione delle sabbie dai corsi d’acqua, e l’interruzione del trasporto di sedimenti fluviali ai delta a causa della realizzazione di dighe. Questi sono tutti esempi dei numerosi casi possibili di danno all’ambiente non determinato da immissione di sostanze, coperti solo da polizze assicurative innovative
TISCALI.IT (WEB)
Fiumi e laghi pesantemente inquinati dai pesticidi, individuate 400 sostanze pericolose
Nuovi e più restrittivi limiti sono stati recentemente stabiliti a livello europeo per numerosi fitofarmaci. La tecnologia da sempre ha portato all’utilizzo da parte dell’uomo di nuovi materiali e sostanze con prestazioni innovative ma anche con inaspettati effetti negativi, spesso scoperti solo dopo diverso tempo dal loro utilizzo. Per questo la normativa ambientale prevede sia degli obblighi per specifiche sostanze pericolose che obblighi per sostanze apparentemente innocue, in virtù del “principio di precauzione”, principio contemplato anche dalla innovativa polizza di Tutela Ambientale
LASTAMPA.IT
Domato alle prime luci dell’alba l’incendio al capannone della Falchera: bonificata l’area
CORRIERE DEL VENETO Ed. Vicenza
Pfas anche nell’aria: “Test sulla ditta che brucia i ifitri”
CONTRORADIO.IT (WEB)
Livorno, autocisterna si ribalta e sversa gasolio in mare
Questo caso riguarda lo sversamento in mare di gasolio fuoriuscito da un’autocisterna durante un incidente stradale sulla statale Aurelia, Sono state attivate tutte le misure di emergenza per il contenimento della contaminazione e disposto il divieto temporaneo di balneazione. Il mare è una risorsa molto vulnerabile, tutte le attività, compresi i trasporti, che avvengono in prossimità della costa dovrebbero prestare particolare attenzione all’individuazione e opportuna gestione dei rischi ambientali, compreso il ricordo a prodotti assicurativi dedicati per i danni all’ambiente.
ILMESSAGGERO.IT
Latina, il mistero della falda inquinata in viale XIII dicembre e in via Piave
Primi effetti del PNRR : due tecnici specializzati, giunti a Latina grazie al piano PNRR, hanno permesso il rinvenimento di una probabile diffusa contaminazione della falda da solventi clorurati; ora si attiveranno le procedure per scoprire la sorgente .
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Lo stabilimento, presente nell’area industriale della Val Basento, risulta l’ultimo in Italia tra quelli che
producevano manufatti in amianto a non essere stato messo in sicurezza. “La responsabilità è addebitabile in buona parte alla Regione Basilicata che ha violato i principi di tempestività e non aggravamento dell’azione amministrativa richiesti dal codice appalti”. Inoltre, il ministero dell’Ambiente aveva rilevato la necessità della messa in sicurezza dell’area al fine di evitare l’inquinamento della falda acquifera.