Contaminazione Falda

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04.02.25

L' ECO DI BERGAMO

Letame vicino alla sorgente “Parametri quasi tutti ok”

Per un errore umano un’impresa agricola incaricata di rinverdire un’area vicino a una sorgente ha sparso letame sul terreno contaminando di fatto la falda acquifera a uso idropotabile. In caso di contaminazione della falda è il responsabile, in questo caso un contadino, che dovrebbe farsi carico delle spese di bonifica. La polizza di responsabilità ambientale copre anche casi come questo dove non c’è stata volontarietà ma imperizia nella causazione della contaminazione.

 

04.02.25

IL SECOLO XIX

Ex Solvay, guasto elettrico per un fulmine. La Regione: “Occorre monitorare le falde”

Un fulmine ha causato un black out alla ex Solvay di Spinetta Marengo causando il blocco di alcuni pozzi barriera e del sistema di pompaggio interno. ARPA sta facendo analisi per capire quale impatto ha avuto tale malfunzionamento sulla falda acquifera.

19.12.24

ROCCARAINOLA.NET

Da due giorni Montoro senz’acqua – Notizie – Ansa.it

Restano senz’acqua per il secondo giorno consecutivo i ventimila abitanti di Montoro, il secondo centro più popoloso della provincia di Avellino.
L’ordinanza del sindaco, Salvatore Carratù, è scattata in seguito all’allarme lanciato da Arpac e Asl per la presenza di tetracloroetiline superiore alla soglia consentita rilevata nella condotta adduttrice. Si è in attea del responso delle analisi che Alto Calore, la spa che gestisce ed eroga
il servizio, ha affidato ai laboratori dell’università”Federico II di Napoli, e di quelle che la Asl
ha affidato all’Arpac. Tra le cause dell’inquinamento viene valutata l’ipotesi del cattivo funzionamento dei carboni attivi che filtrano l’acqua dal pozzo adduttore, ma più complessivamente si teme l’aggravamento della contaminazione della falda dovuta allo sversamento degli scarichi industriali derivanti dalle concerie presenti in zona che potrebbero essere chiamate a rispondere dei danni all’acquedotto e ai cittadini.

15.11.24

BRESCIA.CORRIERE.IT

«Cresce il cromo in falda alla Caffaro perche’ ci sono state nuove sorgenti» | Corriere.it

A causa delle piogge abbondantissime la falda sotto lo stabilimento Caffaro nell’ultimo anno e mezzo è cresciuta di dieci metri, e salendo è andata a lavare i terreni impregnati di Cromo esavalente, cresciuto di dieci volte. È probabile che ci sia stata una nuova sorgente attiva all’interno dello stabilimento dal 2014 al 2021, anno della cessazione della produzione. Oltre ad avere una polizza dedicata ai danni all’ambiente, è importante attivare la garanzia eventi naturali estremi, poiché sono sempre più frequenti.

14.11.24

Giornale di Mantova

Colorificio: rafforzata la bonifica

Molto spesso accade che un’azienda si trovi impreparata a gestire un evento di Danno Ambientale e soprattutto che sottovaluti un tale evento, che se non adeguatamente gestito e coperto da una polizza dedicata potrebbe portare anche al fallimento della stessa, poiché i costi effettivi del danno sono ingenti e non tutte le aziende sono abbastanza capienti da potersi sobbarcare una tali spese. La contaminazione tuttavia deve essere gestita e fermata e le spese graveranno sulla collettività.

14.10.24

IL GIORNO - LOMBARDIA

Allarme Caffaro Inquinanti a livello record

Da Seveso nel 1976 a Miteni nel 2014, passando attraverso Caffaro, Torviscosa e numerosissimi casi più e meno tristemente noti,  sono trascorsi 40 anni di storia industriale, si è modificato un po’ tutto, ma la mancanza di una seria prevenzione e di un’adeguata applicazione del principio di precauzione (e talvolta anche di sufficiente attenzione da parte degli Enti di Controllo) è sempre alla base dei numerosi danni all’ambiente che si verificano tutt’ora ogni giorno nel nostro Paese, e che costano centinaia e centinaia di milioni di fondi pubblici per la bonifica, per non parlare degli ulteriori costi sociali, economici ed umani.

15.09.24

ILFATTOQUOTIDIANO.IT (WEB)

Inquinamento da Pfas in Veneto, conto da 180 milioni per bonificare i terreni contaminati dalla Miteni

Una piccola azienda chimica, con meno di 200 dipendenti ed un fatturato di meno di 30 M€, ha causato un danno ambientale di oltre 180 M€ per le sole attività di bonifica, senza considerare i danni a persone ed a terzi, quali il rifacimento della rete acquedottistica che da sola ha comportato costi superiori a 200 M €.

Le responsabilità sono ancora da accertare, quello che è certo è che un danno ambientale può assumere proporzioni enormi, non paragonabili alle dimensioni dell’azienda, e che forse a questo bisognerebbe pensarci ben prima di causare un danno, con un’attento risk management e con un’adeguata combinazione di garanzie finanziarie che possa tutelare l’azienda ma anche la collettività.

12.06.24

ILGIORNO.IT (WEB)

Sversamenti tossici a Castiglione d’Adda: Falde contaminate per 20 anni dalle polveri dei cosmetici

21.05.24

RADIOGOLD.IT (WEB)

Asl sulla sicurezza dell’acqua di Alessandria: “Tracce Pfas appena quantificabili”

Parlare di PFAS in Europa oggi vuol dire parlare di quanto avvenuto in Veneto. Stanno però emergendo altre situazioni preoccupanti per la salute umana e per l’ambiente, situazioni che nella maggior parte dei casi si sarebbero potute evitare con più attenzione alla manutenzione ed all’errore umano

07.05.24

LA NAZIONE - EDIZIONE VIAREGGIO/VER

“Una bomba da disinnescare”

Un crollo all’interno di una discarica ha dato origine ad una frana che ha provocato un fiume di liquami sull’Aurelia e nel Lago di Porta Zona. Una qualsiasi attività può provocare un danno all’ambiente o una minaccia di inquinamento, pertanto è bene non sottovalutare gli scenari di rischio a cui un’azienda è esposta; è altresì importante investire sulla sicurezza e prevenzione di tali rischi, in modo da poter mitigare le conseguenze in caso di danno.