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CORRIERE DEL VENETO Ed. Vicenza
Scoppia il rogo, le fiamme distruggono un’azienda
Un grosso incendio ha distrutto una fabbrica tessile di oltre 2.500 metri quadri. Non sono ancora state identificate le cause dell’incendio che si è sviluppato quando in fabbrica ancora non c’erano lavoratori. A dare l’allarme sono stati i dipendenti dell’azienda confinante i cui sistemi di sicurezza avevano rilevato la presenza dei fumi dell’incendio. Il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero al di fuori dello stabilimento. Sono in corso le verifiche di ARPA per eventuali impatti sulle matrici ambientali.
TORINO CRONACAQUI
Brucia la casa dell’alta moda. Paura nella tessitura di Chieri
Durante i lavori di installazione dell’impianto fotovoltaico sul tetto di un’azienda tessile storica è scoppiato un grave incendio. In casi come questo la responsabilità dell’incendio e dei conseguenti danni ambientali potrebbe essere in capo al soggetto che stava svolgendo le attività di installazione. In ogni caso, per evitare pesanti conseguenze e ingenti costi, è importante che sia l’azienda che l’appaltatore abbiano un’adeguata copertura assicurativa per i danni all’ambiente.
Il problema dei PFAS potrebbe non essere legato ai soli stabilimenti chimici di produzione, come il noto caso Miteni in Veneto, ma anche all’utilizzo dei prodotti che li contengono, quali i DPI dei Vigili del Fuoco e le schiume antincendio.
Ricordiamo che con il termine PFAS si intende una famiglia di composti che include oltre 5000 sostanze chimiche, in gran parte non regolamentate e/o con effetti sanitari in gran parte ignoti o non adeguatamente approfonditi, e che quindi richiedono per legge (oltre che per buon senso) l’applicazione di un principio di gestione del rischio che va sotto il nome di principio di precauzione.